PRESENTAZIONE

Questo blog è dedicato agli amanti del genere progressive inglese normalmente chiamato Scuola di Canterbury.
Faremo un po' di storia, recensioni, gruppi e personaggi, non mancheranno i video che si possono reperire sul web.
Apriremo le frontiere fisiche e temporali per esplorare ciò che questa scuola ha diffuso in Gran Bretagna, ma anche nel resto del mondo.
Buona lettura, buon ascolto e buona visione!

This blog is dedicated to lovers of the genre called the Canterbury Scene.
We will make history, reviews, records, groups and musicians, do not miss the videos can be found on the web.
By breaking down the borders to explore what this school has spread to Britain, but also in the rest of the world.
Good reading, good listening and enjoy!

martedì 20 dicembre 2011

Soft Machine - Third (full album)



Forse il capolavoro dei Soft Machine:


1) Facelift
(Hugh Hopper)


2) Slightly All the Time
(Mike Ratledge)


3) Moon in June
(Robert Wyatt)


4) Out - Bloody - Rageous
(Mike Ratledge)


Dopo i primi due album dove le contaminazioni jazz convivevano con il dadaismo dissacrante di Daevid Allen (dei primi pezzi), proseguito da Kevin Ayers e raffinato da Robert Wyatt, questo album rappresenta la svolta e la conversione del gruppo al free jazz. L'arrivo di Elton Dean si fa sentire e lentamente soppianta la parte vocale sostituendola con la voce del suo sassofono. L'unico pezzo che non prevede la sua presenza è Moon in June dove Robert Wyatt dà tutto se stesso e crea il suo capolavoro personale.


Mike Ratledge prende lo spazio che si merita e continua la sua ricerca psichedelica che già era partita nei primi due album. Dimostra in questo disco di essere la colonna del gruppo e uno dei tastieristi più importanti del progressive.


Hugh Hopper, che sin dal periodo dei Wilde Flowers è sempre stato uno dei più prolifici nella composizione dei pezzi, qui dà tutto se stesso in Facelift che diventerà un classico dei Soft Machine per la sua trama musicale in questo piccolo gioiello della musica fusion. La presenza di molti fiati oltre Dean, si nota Jimmy Hastings con il pezzo iniziale di clarinetto basso.


Formazione:
Robert Wyatt = batteria, vocal
Hugh Hopper = basso
Mike Ratledge = tastiere
Elton Dean = sax alto, saxello


Ospiti:
Jimmy Hastings = flauto, clarinetto
Nick Evans = trombone
Rab Spall = violino
Lyn Dobson = flauto, sax soprano

giovedì 15 dicembre 2011

The Zobe e Beggars Farm

Brian Hopper, fratello maggiore del più celebre Hugh, membro fisso dei Wilde Flowers e i primi Soft Machine, ha un suo percorso particolare. Fonda delle band satelliti dei Wilde Flovers e dei Soft Machine.

In quanto al gruppo principale, Brian fu membro volante, ufficialmente componente dei Soft Machine fino al secondo album, nel 1968 creò la sua prima band autonoma: The Zobe. I componenti di questa band erano:
Brian Hopper = tastiere, sassofono e flauto.
Dave Lawrence = basso e voce.
John Lawrence = chitarra
Dave Smith = batteria

Gli Zobe sopravvissero fino al 1971. Ed anche i membri entrarono e uscirono dalla band fra i quali:

John Larner = chitarra e voce
Frank Larner = tastiere
Gordon Larner = trombone
Ron Huhie = batteria

Intanto nel 1997 uscì un album dal nome:
Brian Hopper with the Baggers Farm registrato nel maggio 1970.

Guardando la formazione di questa Baggers Farm sono gli Zobe con due new entry : John Tilley alla voce e al flauto e Dave Hollman alla basso al posto di uno dei fratelli Lawrence: Dave.

Gli Zobe registrarono alcuni pezzi, non uscì mai un loro album, tre pezzi della formazione originale registrati nel 1968, sono inseriti nell'album, uscito postumo, dei Wilde Flowers e intitolato con il nome del gruppo.
L'altra testimonianza è appunto l'album dei Beggar Farm, registrato, come si è detto, nel 1970.


===The Zobe===




Why do you Care , firmato da Brian Hopper, come tutti e tre i pezzi degli Zobe presenti nella raccolta dei Wilde Flowers, risente, a mio avviso, molto della vicinanza del sound dei primi Pink Floyd. E' una ballata beat nel classico stile di Syd Barret. Un pezzo senza pretese ma che si ascolta volentieri.






The Pieman Cometh è un classico pezzo beat dei primi anni '60, non c'è niente da dire in particolare e il loro suond, in questo pezzo non è particolarmente Canterburiano.






Summer Spirit, al contrario del precedente, è un pezzo che invece risente del clima che si verrà a creare in seguito, l'inserimento del flauto di Hopper lo colloca fra i migliori pezzi di questo album e l'aria è più jazzata dei pezzi precedenti. Questo pezzo anticipa, in un certo senso, il Brian Hopper del primo album dei contemporanei (a queste registrazioni) Soft Machine. 

venerdì 9 dicembre 2011

Soft Machine - At the Beginning

Questo album registrato nel 1967, ma uscito soltanto nel 1971, è la prima testimonianza del sound di Canterbury. Chiamato, in alternativa, Jet Propelled Photographs, già propone uno stile alternativo e sperimentale rispetto alla musica del tempo. 
In tutto sono nove pezzi. Due portano la firma di Robert Wyatt, uno di  Wyatt-Allen. Tre portano la firma di Kevin Ayers e tre quella di Hugh Hopper. Quest'ultimo non era ancora un membro ufficiale della formazione, ma già ex membro dei Wilde Flowers, continuò a collaborare con i compagni di viaggio di quello che si può chiamare il Progetto Soft Machine, non ancora decollato con un album ufficiale.





That's How Much I Need You Now, porta la firma, e lo stile di Robert Wyatt. E' uno dei tanti piccoli capolavori che il batterista-vocalist compone per i primi dischi del gruppo. La sua voce inconfondibile è qui supportata dalla tessitura pianistica di Ratledge.





Save Yourself , sempre di Wyatt, è invece un pezzo più complesso, tutto il gruppo è coinvolto anche se spicca l'organo solista di Ratledge e il controcanto di Kevin Ayers. Il pezzo verrà in seguito inserito anche nel primo album ufficiale del gruppo.







I Should've Know invece è composto da Hugh Hopper, che non suona nella lunga traccia di ben oltre i 7 minuti. Da notare il pezzo solista della chitarra di Daevid Allen e quello della batteria di Wyatt.
Di gran lunga il pezzo migliore dell'album, insieme a Memories non a caso composto dallo stesso futuro bassista del gruppo.






Jet Propelled Photographs invece è di Kevin Ayers, il cantante duetta con Robert Wyatt in questo pezzo più dadaista che rispecchia lo stile di Ayers anche dopo l'abbandono dei Soft Machine.






When I don't Want You è il secondo pezzo composto da Hugh Hopper, costruito sempre sulle doti vocali di Robert Wyatt e la tessitura delle tastiere di Ratledge, le atmosfere sono rilassate rispetto ai due pezzi precedenti, in classico stile Soft Machine prima maniera.






Memories è la riproposizione del successo dei Wilde Flowers, nato per la voce di Wyatt è composto da Hugh Hopper (che al tempo era il bassista dei Wilde Flowers). Un pezzo senza tempo, anche se più raffinato, in questa versione che nell'originale.






You Don't Remember, frutto della collaborazione dei due maghi Wyatt e Allen è un pezzo che si fa ascoltare, ma non un capolavoro.






Così come non è un capolavoro questo She's Gone di Kevin Ayers, ancora molto legata al beat primi anni '60, e dove spicca soltanto la voce del solito Wyatt.






Nemmeno I'd Rather be with You , sempre di Ayers, va oltre il ritmo beat targato '67, anche se spicca, oltre il solito Wyatt, la chitarra di Daevid Allen.


Insomma il 1967 fu un anno di interessanti esperimenti che servì ai Soft Machine per imporsi come gruppo atipico nel panorama della musica britannica, ma dobbiamo aspettare il primo disco ufficiale per parlare di fenomeno Soft Machine e la nascita "vera" della scuola di Canterbury. Anche se il peso di Hugh Hopper, come compositore dei pezzi migliori si fa sentire.

giovedì 8 dicembre 2011

Soft Machine - 1967

Middle Earth Covent Garden 10-11-1967
Per i neonati Soft Machine il 1967 fu l'anno dei club londinesi e di un'apparizione alla TV olandese nel programma Hopla.
In quello stesso anno uscì il loro primo 45 giri Love Make Sweet Music/Feelin' Reelin' Squeelin', fu il periodo dell'UFO accanto ai Pink Floyd e Arthur Brown, dello Speackeasy, come gruppo spalla degli Experience di Jimi Hendrix,  oltre al Marquee Club, già usato come trampolino di lancio del Daevid Allen Trio.


Ma nello stesso 1967 i Soft Machine, fanno una tournée in Francia dalla quale torneranno con la defezione di Daevid Allen fermato alla frontiera per problemi di passaporto, ma continuerà fondando i Gong la sua strada canterburiana, venata più di dadaismo e naif che non di jazz come in seguito succederà ai cugini d'oltremanica, soprattutto dopo l'uscita del grande sognatore Robert Wyatt. E diventò un gruppo sempre più fusion fino a mettere in secondo piano la funzione del vocalist, soppiantato sempre più spesso dalla "voce" del sax alto di Elton Dean.


Nello stesso 1967, il gruppo registrò il primo album, come Soft Machine non più come Wilde Flowers o Mister Head come pensavano di chiamare il gruppo dopo l'esperienza dei Wilde Flowers.
Purtroppo il disco uscirà soltanto nel 1971 anche se effettivamente At the beginner o Jet-Propelled Photographs  sarebbe il primo disco del neonato gruppo.
Vediamo alcuni video di questo 1967 partendo da una delle apparizioni all'UFO:




Dove fanno da sottofondo nella declamazione di una poesia sperimentale.
Clarence in a Wonderland  è un medley con Did it again.
Al Dim Dam Dom invece fanno un loro pezzo che diventerà uno dei più celebri del gruppo: Hope for Happyness in una versione molto elaborata. Così come è elaborato il trucco di Kevin Ayers ancora sotto l'influenza della vicinanza con Arthur Brown all'UFO.







I Soft Machine del Dim Dam Dom, sono decisamente i più efficaci, la voce di Wyatt diventa dominante e le tastiere di Ratledge lo strumento portante del pezzo. 
Bisogna dire che quello dei primi Soft Machine era una formazione strumentale anomala, per essere un trio. Dove le tastiere sostituivano la chitarra, soltanto pochi gruppi, se non nessuno, aveva usato questo modulo in precedenza:







Poi esiste questo filmato amatoriale a casa di Robert Wyatt, non è possibile datarlo se non prima del 1968. Dato che c'è il live del concerto allo Speackeasy:




mercoledì 7 dicembre 2011

UFO Club 1967

Dopo i vari esperimenti di gruppi che si formavano e si scioglievano, finalmente nel 1967 il nome di Soft Machine compare nelle locandine del mitico UFO Club di Londra. Il nuovo gruppo, appena formatosi conta la presenza di Robert Wyatt (batterista e vocalist), Mike Ratledge (tastierista), Kevin Ayers (bassista e vocalist) e Daevid Allen (chitarrista e vocalist).


L'UFO Club è il locale underground da cui sono nate le esperienze dei migliori gruppi londinesi dell'epoca, gruppi con un grande avvenire come i Pink Floyd (che avevano già suonato nel club un anno prima dei Soft Machine, nel 1966). Ma fu frequentato soprattutto dai Crazy World di Arthur Brown, forse il primo gruppo psichedelico della scena britannica. Ma dove avevano preso vita anche altri gruppi poi saliti alla ribalta come i Procol Harum, l'Incredible String Band e i Ten Years After, soltanto per fare i nomi più celebri.


I Soft Machine, all'UFO, incontrarono un mostro sacro del rock come Jimi Hendrix e la sua band, a cui fecero da spalla in un concerto in un altro club famoso dell'underground londinese lo Speakeasy Club. 
Alla fine i Soft Machine partirono con il gruppo di Hendrix per la sua tournée americana. Testimone della loro presenza all'UFO rimane il loro primo singolo Love makes sweet music.





con il retro Feelin' Reelin' Squeelin' 





Il side B è decisamente il pezzo più Canterbury e sofisticato (per il tempo in cui fu composto) dei due primi pezzi dei Soft Machine.


Mentre del loro tour americano rimane un video amatoriale girato durante una pausa del tour.




sabato 3 dicembre 2011

The Wilde Flowers (il disco) - undicesima e ultima parte



The big show
(B. Hopper)



Memories (rep.)
(B. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - decima parte



Summer spirit - Zobe
(B. Hopper)







She loves to hurt
(B. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - nona parte

Poi ci sono le tre canzoni degli Zobe, il gruppo di Brian Hopper che sono state inserite nell'album.
La formazione degli Zobe era la seguente:
Brian Hopper = sax e flauto e voce
Dave Lawrence = basso
Bob Gilleson = batteria
John Lawrence = chitarra e voce



Why do you care - Zobe
(B. Hopper)








The pieman cometh - Zobe
(B. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - ottava parte



No game when you loose
(H. Hopper)






Impotence (reprise)
(H. Hopper, R. Wyatt)

venerdì 2 dicembre 2011

The Wilde Flowers (il disco) - settima parte



Time after time
(H. Hopper)






Just where I want
(H. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - sesta parte



Memories (Instrumental)
(H. Hopper)






Never leave me
(H. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - quinta parte



He's bad for you
(R. Wyatt)





It's what I feel (A certain kind)
(H. Hopper)

The Wilde Flowers

Dopo l'esperienza del Daevid Allen Trio, i restanti elementi del gruppo, una volta partito Allen per la Spagna e poi la Francia, si unirono ad altri musicisti dando vita al gruppo dei Wilde Flowers nel 1964. Inizialmente chiamati Wild Flowers con l'arrivo di Robert Wyatt questo fece aggiungere una "e" a wild in onore del poeta, drammaturgo e romanziere irlandese Oscar Wilde.


Il gruppo originario era formato da: Hugh e Brian Hopper, Robert Wyatt, il giovanissimo chitarrista Richard Sinclair e il vocalist-bassista Kevin Ayers.
In seguito il gruppo acquisì nuovi elementi come Pye Hastings, Mike Ratledge e Richard Coughlan.
Quest'ultimo sostituì Wyatt alla batteria quando lui diventò vocalist del gruppo.


Nemmeno i Wilde Flowers, come il precedente Daevid Allen Trio, riuscì a registrare nessun album, in compenso nel 1994 la maggiorparte delle canzoni registrate dal gruppo, furono raccolte in un CD di 22 pezzi.
Nel disco, oltre i Wilde Flowers, furono raccolti anche tre pezzi degli Zobe, il gruppo di Brian Hopper uscito da una costola dei W.F.


I Wilde Flowers diventarono il laboratorio da cui nacquero i due maggiori gruppi della Scuola di Canterbury: i Soft Machine e i Caravan.

Wilde Flowers (il disco) - quarta parte



She's Gone
(K. Ayers)



Slow walkin' gone
(B. Hopper)

The Wilde Flowers (il disco) - terza parte



5) Parchman Farm
(Booker White)



6) Almost grown
(Chuck Berry)

Wilde Flowers (il disco) - seconda parte




3) Memories
(H. Hopper)


Questo pezzo, Memories, diventerà in seguito uno dei cavalli di battaglia del batterista Robert Wyatt, qui anche vocalist. Lo stile verrà riproposto più volte da Wyatt, soprattutto durante sua carriera di solista



4) Don't try to change me
(H. Hopper, Wyatt, Flight)

The Wilde Flowers (il disco) - prima parte



1) Impotence
(H. Hopper, R. Wyatt)




2) Those words they say
(B. Hopper)


Questo disco, stampato nel 1994, raccoglie 22 pezzi del gruppo dei Wilde Flowers. Ancora legati ad un rock molto rozzo e primi anni '60, spiccano comunque alcune canzoni che ci fanno presagire la strada intrapresa dai canterburiani.


Qui si può sentire come nel primo pezzo: Impotence, la voce di Robert Wyatt con già tutte le sue peculiarità.

Daevid Allen Trio, Frederique La poisson avec frite sur de dos.


Purtroppo è l'unica canzone dell'album Live 1963 del Daevid Allen Trio rintracciabile su You Tube. Ma già ci porta dentro le atmosfere canterburiane che conosceremo in seguito, sia con i Soft Machine dei primi album e soprattutto con i susseguenti Gong. 

Daevid Allen Trio

Daevid Allen, Robert Wyatt e Hugh Hopper
La storia di Canterbury nasce da qui, il primo gruppo fu un trio. I componenti oltre al titolare furono i suoi due amici inglesi: Robert Wyatt, batterista e affittuario della stanza dove viveva il cantante-chitarrista australiano e Hugh Hopper un grande bassista che poi sparirà dalla scena per ritornare con i già formati Soft Machine.


Il Trio non ebbe molta fortuna, durò giusto alcuni mesi del 1963 ma lasciò una traccia nell'album live registrato durante il loro concerto al Marquee Club di Londra del 3 giugno del 1963. In questo disco il trio diventa un quartetto con l'aggiunta di Mike Retledge alle tastiere.
Il Trio si era già esibito in precedenza, sempre a Londra, nell'Establishment Club del quartiere di Soho. Quella fu la vera prima loro apparizione e risale al maggio del 1963. 


La musica dei tre, che già mischiava il free jazz col rock non fu molto gradita ad un pubblico ancora abituato allo stile coretto alla Beatles o al rock n' roll nero dei Rolling Stones. In questa Londra dove nascevano gruppi, tutti molto simili, che sarebbero spariti nel giro di un hit, il Trio di Daevid Allen & co. ebbe poca fortuna soprattutto per la tessitura musicale ancora mai sentita nella Gran Bretagna beatlesiana.


Ma un germe era stato gettato, un seme di quell'albero che diventò in pochi anni una vera e propria scuola musicale. 

giovedì 1 dicembre 2011

Presentazione



The Soft Machine


Possiamo dire che la Scuola di Canterbury (o Canterbury Scene in inglese) nasce dal gruppo progressive inglese dei Soft Machine.
Il nome stesso del gruppo prende spunto da uno dei più importanti, e sperimentali, romanzi di William S. Borroughs, tradotto in italiano col titolo La Macchina morbida, scritto nel 1961 e capolavoro dello stile Beat Generation.
Quindi i Soft Machine ci danno subito una filiazione da un romanzo sperimentale del più sperimentale degli scrittori loro contemporanei.
Allo stesso modo la loro musica persegue lo stile del romanzo: sperimentazione con una vena di dadaismo dirompente rispetto al rock che si sentiva alla fine degli anni '60 del XX secolo.


I Soft Machine nascono nel 1966, ma i suoi componenti hanno già un retroterra musicale fin dal 1963 quando il chitarrista australiano Daevid Allen forma un trio che prese il suo nome: Daevid Allen Trio, vissuto soltanto qualche mese.
Dopo il ritorno a Parigi del chitarrista-cantante Daevid Allen, il perde un suo importante componente che poi ritornerà nel gruppo: Hugh Hopper sostituito dal cantante-bassista Kevin Ayers e il tastierista Mike Ratledge che formano in seguito il gruppo dei Wilde Flowers (anche questo nome in omaggio a Oscar Wilde).

Come si vede gli inizi della Scuola di Canterbury sono legati anche a certa letteratura, per i loro tempi estrema e sperimentale: Wilde, il dandy fuori dagli schemi della fine dell'800 e Borroughs, il più estremista, sia nella scrittura che nella vita come Wilde nel secolo precedente, dei poeti e scrittori della Beat Generation. Lontano dalla scrittura esistenzialista con venature jazz Jack Kerouac, Borroughs era forse più vicino, ma oltre, alla poesia di Allen Ginsberg.

Il batterista Robert Wyatt fu il fulcro di tutta l'evoluzione sperimentale, ma anche dadaista, della Scuola di Canterbury. Wyatt, innamorato del jazz, in particolare il be bop anni '50, la leggenda vuole che riuscisse a riprodurre, con la voce, le improvvisazioni dei pezzi più famosi del sassofonista Charlie Parker. Lo stesso Parker citato varie volte nei romanzi di Kerouac e ispiratore della sua scrittura.
Da Wyatt partono tutti gli esperimenti che daranno vita ai maggiori gruppi di questa costola del Progressive britannico.