PRESENTAZIONE

Questo blog è dedicato agli amanti del genere progressive inglese normalmente chiamato Scuola di Canterbury.
Faremo un po' di storia, recensioni, gruppi e personaggi, non mancheranno i video che si possono reperire sul web.
Apriremo le frontiere fisiche e temporali per esplorare ciò che questa scuola ha diffuso in Gran Bretagna, ma anche nel resto del mondo.
Buona lettura, buon ascolto e buona visione!

This blog is dedicated to lovers of the genre called the Canterbury Scene.
We will make history, reviews, records, groups and musicians, do not miss the videos can be found on the web.
By breaking down the borders to explore what this school has spread to Britain, but also in the rest of the world.
Good reading, good listening and enjoy!

martedì 31 gennaio 2012

1968 - A place of my own

Caravan 1968
 Ci hanno fatto sempre pensare che la Scuola di Canterbury fosse come un albero e via via che si staccavano rami nascevano nuovi gruppi. Da una costola dei Wilde Flowers nascono i Caravan. Da sempre definiti il lato melodico della scuola, il gruppo formato da Richard Sinclair (basso e voce), Pye Hastings (chitarra e voce), Dave Sinclair (tastiere) e Richard Coughlan (batteria), rappresenta un anello di congiunzione fra il Canterbury "heavy" dei Soft Machine e poi dei Matching Mole fino agli Henry Cow e quello soft dei Caravan degli Hatfield and the North, in parte dei Camel. Sganciatisi dalla fusion dei Soft Machine, i Caravan s'avvicinano, a loro modo, al "progressive" classico.




A place of my own è il loro primo successo, molto trasmesso nelle radio britanniche del periodo. Divenne un singolo e contemporaneamente uscì il loro primo album finito di registrare nel 1968 ma ufficialmente del 1969.
Purtroppo il web non ha molto materiale su questo primo album dei Caravan, chiamato semplicemente Caravan.
Il pezzo è notevole, e questo video dal vivo lascia una traccia notevole dei primi Caravan.




Il lato B del 45 giri invece ci riporta ad atmosfere canterburuiane, questa bellissima Ride con l'atmosfera un po' gothic ante litteram, ci spiega già la doppia faccia dei Caravan, melodici e dadaisti, ma anche "dark".

martedì 20 dicembre 2011

Soft Machine - Third (full album)



Forse il capolavoro dei Soft Machine:


1) Facelift
(Hugh Hopper)


2) Slightly All the Time
(Mike Ratledge)


3) Moon in June
(Robert Wyatt)


4) Out - Bloody - Rageous
(Mike Ratledge)


Dopo i primi due album dove le contaminazioni jazz convivevano con il dadaismo dissacrante di Daevid Allen (dei primi pezzi), proseguito da Kevin Ayers e raffinato da Robert Wyatt, questo album rappresenta la svolta e la conversione del gruppo al free jazz. L'arrivo di Elton Dean si fa sentire e lentamente soppianta la parte vocale sostituendola con la voce del suo sassofono. L'unico pezzo che non prevede la sua presenza è Moon in June dove Robert Wyatt dà tutto se stesso e crea il suo capolavoro personale.


Mike Ratledge prende lo spazio che si merita e continua la sua ricerca psichedelica che già era partita nei primi due album. Dimostra in questo disco di essere la colonna del gruppo e uno dei tastieristi più importanti del progressive.


Hugh Hopper, che sin dal periodo dei Wilde Flowers è sempre stato uno dei più prolifici nella composizione dei pezzi, qui dà tutto se stesso in Facelift che diventerà un classico dei Soft Machine per la sua trama musicale in questo piccolo gioiello della musica fusion. La presenza di molti fiati oltre Dean, si nota Jimmy Hastings con il pezzo iniziale di clarinetto basso.


Formazione:
Robert Wyatt = batteria, vocal
Hugh Hopper = basso
Mike Ratledge = tastiere
Elton Dean = sax alto, saxello


Ospiti:
Jimmy Hastings = flauto, clarinetto
Nick Evans = trombone
Rab Spall = violino
Lyn Dobson = flauto, sax soprano

giovedì 15 dicembre 2011

The Zobe e Beggars Farm

Brian Hopper, fratello maggiore del più celebre Hugh, membro fisso dei Wilde Flowers e i primi Soft Machine, ha un suo percorso particolare. Fonda delle band satelliti dei Wilde Flovers e dei Soft Machine.

In quanto al gruppo principale, Brian fu membro volante, ufficialmente componente dei Soft Machine fino al secondo album, nel 1968 creò la sua prima band autonoma: The Zobe. I componenti di questa band erano:
Brian Hopper = tastiere, sassofono e flauto.
Dave Lawrence = basso e voce.
John Lawrence = chitarra
Dave Smith = batteria

Gli Zobe sopravvissero fino al 1971. Ed anche i membri entrarono e uscirono dalla band fra i quali:

John Larner = chitarra e voce
Frank Larner = tastiere
Gordon Larner = trombone
Ron Huhie = batteria

Intanto nel 1997 uscì un album dal nome:
Brian Hopper with the Baggers Farm registrato nel maggio 1970.

Guardando la formazione di questa Baggers Farm sono gli Zobe con due new entry : John Tilley alla voce e al flauto e Dave Hollman alla basso al posto di uno dei fratelli Lawrence: Dave.

Gli Zobe registrarono alcuni pezzi, non uscì mai un loro album, tre pezzi della formazione originale registrati nel 1968, sono inseriti nell'album, uscito postumo, dei Wilde Flowers e intitolato con il nome del gruppo.
L'altra testimonianza è appunto l'album dei Beggar Farm, registrato, come si è detto, nel 1970.


===The Zobe===




Why do you Care , firmato da Brian Hopper, come tutti e tre i pezzi degli Zobe presenti nella raccolta dei Wilde Flowers, risente, a mio avviso, molto della vicinanza del sound dei primi Pink Floyd. E' una ballata beat nel classico stile di Syd Barret. Un pezzo senza pretese ma che si ascolta volentieri.






The Pieman Cometh è un classico pezzo beat dei primi anni '60, non c'è niente da dire in particolare e il loro suond, in questo pezzo non è particolarmente Canterburiano.






Summer Spirit, al contrario del precedente, è un pezzo che invece risente del clima che si verrà a creare in seguito, l'inserimento del flauto di Hopper lo colloca fra i migliori pezzi di questo album e l'aria è più jazzata dei pezzi precedenti. Questo pezzo anticipa, in un certo senso, il Brian Hopper del primo album dei contemporanei (a queste registrazioni) Soft Machine. 

venerdì 9 dicembre 2011

Soft Machine - At the Beginning

Questo album registrato nel 1967, ma uscito soltanto nel 1971, è la prima testimonianza del sound di Canterbury. Chiamato, in alternativa, Jet Propelled Photographs, già propone uno stile alternativo e sperimentale rispetto alla musica del tempo. 
In tutto sono nove pezzi. Due portano la firma di Robert Wyatt, uno di  Wyatt-Allen. Tre portano la firma di Kevin Ayers e tre quella di Hugh Hopper. Quest'ultimo non era ancora un membro ufficiale della formazione, ma già ex membro dei Wilde Flowers, continuò a collaborare con i compagni di viaggio di quello che si può chiamare il Progetto Soft Machine, non ancora decollato con un album ufficiale.





That's How Much I Need You Now, porta la firma, e lo stile di Robert Wyatt. E' uno dei tanti piccoli capolavori che il batterista-vocalist compone per i primi dischi del gruppo. La sua voce inconfondibile è qui supportata dalla tessitura pianistica di Ratledge.





Save Yourself , sempre di Wyatt, è invece un pezzo più complesso, tutto il gruppo è coinvolto anche se spicca l'organo solista di Ratledge e il controcanto di Kevin Ayers. Il pezzo verrà in seguito inserito anche nel primo album ufficiale del gruppo.







I Should've Know invece è composto da Hugh Hopper, che non suona nella lunga traccia di ben oltre i 7 minuti. Da notare il pezzo solista della chitarra di Daevid Allen e quello della batteria di Wyatt.
Di gran lunga il pezzo migliore dell'album, insieme a Memories non a caso composto dallo stesso futuro bassista del gruppo.






Jet Propelled Photographs invece è di Kevin Ayers, il cantante duetta con Robert Wyatt in questo pezzo più dadaista che rispecchia lo stile di Ayers anche dopo l'abbandono dei Soft Machine.






When I don't Want You è il secondo pezzo composto da Hugh Hopper, costruito sempre sulle doti vocali di Robert Wyatt e la tessitura delle tastiere di Ratledge, le atmosfere sono rilassate rispetto ai due pezzi precedenti, in classico stile Soft Machine prima maniera.






Memories è la riproposizione del successo dei Wilde Flowers, nato per la voce di Wyatt è composto da Hugh Hopper (che al tempo era il bassista dei Wilde Flowers). Un pezzo senza tempo, anche se più raffinato, in questa versione che nell'originale.






You Don't Remember, frutto della collaborazione dei due maghi Wyatt e Allen è un pezzo che si fa ascoltare, ma non un capolavoro.






Così come non è un capolavoro questo She's Gone di Kevin Ayers, ancora molto legata al beat primi anni '60, e dove spicca soltanto la voce del solito Wyatt.






Nemmeno I'd Rather be with You , sempre di Ayers, va oltre il ritmo beat targato '67, anche se spicca, oltre il solito Wyatt, la chitarra di Daevid Allen.


Insomma il 1967 fu un anno di interessanti esperimenti che servì ai Soft Machine per imporsi come gruppo atipico nel panorama della musica britannica, ma dobbiamo aspettare il primo disco ufficiale per parlare di fenomeno Soft Machine e la nascita "vera" della scuola di Canterbury. Anche se il peso di Hugh Hopper, come compositore dei pezzi migliori si fa sentire.

giovedì 8 dicembre 2011

Soft Machine - 1967

Middle Earth Covent Garden 10-11-1967
Per i neonati Soft Machine il 1967 fu l'anno dei club londinesi e di un'apparizione alla TV olandese nel programma Hopla.
In quello stesso anno uscì il loro primo 45 giri Love Make Sweet Music/Feelin' Reelin' Squeelin', fu il periodo dell'UFO accanto ai Pink Floyd e Arthur Brown, dello Speackeasy, come gruppo spalla degli Experience di Jimi Hendrix,  oltre al Marquee Club, già usato come trampolino di lancio del Daevid Allen Trio.


Ma nello stesso 1967 i Soft Machine, fanno una tournée in Francia dalla quale torneranno con la defezione di Daevid Allen fermato alla frontiera per problemi di passaporto, ma continuerà fondando i Gong la sua strada canterburiana, venata più di dadaismo e naif che non di jazz come in seguito succederà ai cugini d'oltremanica, soprattutto dopo l'uscita del grande sognatore Robert Wyatt. E diventò un gruppo sempre più fusion fino a mettere in secondo piano la funzione del vocalist, soppiantato sempre più spesso dalla "voce" del sax alto di Elton Dean.


Nello stesso 1967, il gruppo registrò il primo album, come Soft Machine non più come Wilde Flowers o Mister Head come pensavano di chiamare il gruppo dopo l'esperienza dei Wilde Flowers.
Purtroppo il disco uscirà soltanto nel 1971 anche se effettivamente At the beginner o Jet-Propelled Photographs  sarebbe il primo disco del neonato gruppo.
Vediamo alcuni video di questo 1967 partendo da una delle apparizioni all'UFO:




Dove fanno da sottofondo nella declamazione di una poesia sperimentale.
Clarence in a Wonderland  è un medley con Did it again.
Al Dim Dam Dom invece fanno un loro pezzo che diventerà uno dei più celebri del gruppo: Hope for Happyness in una versione molto elaborata. Così come è elaborato il trucco di Kevin Ayers ancora sotto l'influenza della vicinanza con Arthur Brown all'UFO.







I Soft Machine del Dim Dam Dom, sono decisamente i più efficaci, la voce di Wyatt diventa dominante e le tastiere di Ratledge lo strumento portante del pezzo. 
Bisogna dire che quello dei primi Soft Machine era una formazione strumentale anomala, per essere un trio. Dove le tastiere sostituivano la chitarra, soltanto pochi gruppi, se non nessuno, aveva usato questo modulo in precedenza:







Poi esiste questo filmato amatoriale a casa di Robert Wyatt, non è possibile datarlo se non prima del 1968. Dato che c'è il live del concerto allo Speackeasy:




mercoledì 7 dicembre 2011

UFO Club 1967

Dopo i vari esperimenti di gruppi che si formavano e si scioglievano, finalmente nel 1967 il nome di Soft Machine compare nelle locandine del mitico UFO Club di Londra. Il nuovo gruppo, appena formatosi conta la presenza di Robert Wyatt (batterista e vocalist), Mike Ratledge (tastierista), Kevin Ayers (bassista e vocalist) e Daevid Allen (chitarrista e vocalist).


L'UFO Club è il locale underground da cui sono nate le esperienze dei migliori gruppi londinesi dell'epoca, gruppi con un grande avvenire come i Pink Floyd (che avevano già suonato nel club un anno prima dei Soft Machine, nel 1966). Ma fu frequentato soprattutto dai Crazy World di Arthur Brown, forse il primo gruppo psichedelico della scena britannica. Ma dove avevano preso vita anche altri gruppi poi saliti alla ribalta come i Procol Harum, l'Incredible String Band e i Ten Years After, soltanto per fare i nomi più celebri.


I Soft Machine, all'UFO, incontrarono un mostro sacro del rock come Jimi Hendrix e la sua band, a cui fecero da spalla in un concerto in un altro club famoso dell'underground londinese lo Speakeasy Club. 
Alla fine i Soft Machine partirono con il gruppo di Hendrix per la sua tournée americana. Testimone della loro presenza all'UFO rimane il loro primo singolo Love makes sweet music.





con il retro Feelin' Reelin' Squeelin' 





Il side B è decisamente il pezzo più Canterbury e sofisticato (per il tempo in cui fu composto) dei due primi pezzi dei Soft Machine.


Mentre del loro tour americano rimane un video amatoriale girato durante una pausa del tour.